Non esiste una strada verso la felicità la felicità è la strada

venerdì 13 dicembre 2013

LE CRETE SENESI

Giovedi 12 Dicembre 2013

L'escursione odierna ci ha portato in un posto della Toscana particolarmente caratteristico e caratterizzato dai suoi panorami e dalla sua terra disegnata dalla natura ed impreziosita dalla mano dell'uomo in maniera costante nel tempo.
Il paesaggio disegnato da colline brulle e dolcemente ondulate, con poderi isolati in cima alle alture e tratti di bosco negli avvallamenti. Paesaggio quindi di grande fascino per chi lo visita la prima volta e si trova a scoprire tra l'altro, borghi medioevali, pievi, castelli e rocche fortificate, ma soprattutto,antichi poderi che testimoniano la civiltà contadina di questi luoghi.
Prima di mettersi in cammino una veduta dalla "terrazza panoramica" di S.Giovanni d'Asso che domina tutta la vallata ancora prigioniera della nebbia.


 
Lasciata l'auto nel borgo di Monitisi, e dopo un chilometro circa di strada asfaltata siamo giunti in vista di Montelifrè, borgo medievale appartenente ad una famiglia patrizia senese, dominato dai resti di una fortezza, distrutta nel XVI secolo dalla Repubblica di Siena.




Purtroppo, come spesso accade, non ci è stato possibile visitare il borgo in quanto privato e "adattato" a residence.


Fatto pochi chilometri su una panda, parcheggiata al limite del bosco due simpatici cani "da tartufo" si stavano riposando. Siamo infatti nella zona di S.Giovanni d'Asso famosa per il suo tartufo.




Il cammino è continuato su strade bianche, sentieri e sul limitare di terra lavorata e preparata alla semina del grano, lungo rivoli d'acqua sul fondo degli avvallamenti dove ancora resisteva qualche "fumo" di nebbia.






Siamo giunti infine alla chiusura dell'anello a Montisi, borgo situato su una collina tufacea a circa 430 m. slm dove in una caratteristica "piazza" abbiamo concluso la nostra escursione.








venerdì 29 novembre 2013

TOIANO "Toian delle Brota"

Giovedi 28 Novembre 2013

Oggi una lunga escursione ci ha portato a visitare il paese fantasma di "Toiano delle brota",nome derivante dai broti o calanchi che circondano la zona
Il pittoresco borgo si trova su un colle di tufo arenario tra Palaia e Volterra, in un paesaggio unico che a causa di particolari processi geologici ha assunto un aspetto magico, circondato dalle famose balze di Volterra e da un paesaggio tipico collinare, a tratti interrotto da pareti verticali, che vanno a formare i cosiddetti calanchi dove la vegetazione stenta a crescere a causa della pioggia e del vento, che ha reso il terreno friabile con formazioni di profonde e piccole valli, separate da sottili creste.                                                                                        Il borgo di origine medioevale raggiunse il suo massimo splendore nell'800 ma progressivamente subì un processo di spopolamento per l'assenza di servizi essenziali e di lavoro, ed oggi passeggiando per la sua unica strada centrale, ci troviamo immersi in un'atmosfera intrigante, misteriosa e nello stesso tempo angosciante per l'assenza quasi totale di vita, per il disfacimento e la rovina di ogni anfratto.
Il nostro percorso è iniziato in fondo ad una ripida salita che ci ha portato nel borgo di Agliati da dove in uno stupendo balcone naturale il nostro sguardo arriva oltre il Valdarno inferiore ed ammira le cime innevate dell'appennino e delle Apuane.

                      La chiesa di Agliati che dall'abside mostra segni di architettura romanica

                               .......dal piazzale si vede benissimo San Miniato

                               .....e dall'altro lato tutta la pianura con in fondo le vette innevate

li vicino un tranquillo pascolo


Sulla strada troviamo Il Cippo a "La bella Elvira

Toiano non è noto solo per essere un paese fantasma , il suo nome è legato all’omicidio di Elvira                   Orlandini,  detta "La bella Elvira" il cui cadavere fu trovato nel vicino bosco di Botro della Lupa il 5 Giugno 1947 mentre nel paese si svolgeva la Processione del Corpus Domini. La giovane Elvira,aveva 22 anni,si era recata alla fonte per prendere l'acqua e li fu trovata con la gola tagliata dopo essere stata violentata.  
Fra i sospettati vi erano un parente vicino alla vittima, il figlio di una famiglia romana benestante che aveva preso residenza a Toiano in quegli anni, ed infine il fidanzato, con il quale era prossima alle nozze.
I carabinieri arrestarono il fidanzato, veterano di guerra coetaneo della ragazza, nonostante l'opposizione dei compaesani.                                                                                                                                                         Il processo contro l'accusato iniziò nel 1949 a Pisa e venne in seguito trasferito a Firenze per legittima suspicione: l'eco mediatica della vicenda causò un grande afflusso di pubblico e qualche disordine per i contrasti tra colpevolisti e innocentisti. Il 14 luglio i giudici svolsero senza risultati un sopralluogo nel bosco nel quale era stato ritrovato il corpo. Il processo si concluse con la scarcerazione per mancanza di prove del fidanzato, che tornò a vivere a Toiano.
Ancora oggi, il caso rimane irrisolto, ed a ricordare la giovane Elvira resta una foto su una lapide commemorativa nel Botro della Lupa e la memoria della gente del luogo.Ugo Ancillotti il fidanzato sospettato e poi scagionato è morto all'età di 91 anni nel Marzo del 2013    

                                                                         Toiano                                                                                                     
                                                                                                                                                      

                                                            La valle sottostante e.."I Calanchi"


                                      Il Cimitero prima del ponte che ci introdurrà nel borgo



                                                                 Il Centro di Toiano

































giovedì 14 novembre 2013

IANO Terrazza sulla Valdera

Giovedì 14 Novembre

Una bellissima escursione nelle verdi colline che dominano la Valdera  partendo da un piccolo ma importante borgo nel comune di Montaione.
Da Iano parte infatti un sentiero che scendendo per strade bianche raggiunge il fondo valle in provincia di Pisa che seguendo il corso del fiume Era unisce Volterra a Pontedera.
Il nostro percorso ci ha portato fino ad un altro piccolo borgo, Cedri, nel comune di Peccioli da dove per un sentiero secondario siamo tornati al punto di partenza.

                   La strada bianca che partendo da Iano scende per le colline della Valdera

                         Il panorama tipico di questa zona che ci accompagna fino a Cedri

 La chiesa ristrutturata di Cedri che svela la sua antica architettura romanica dall'abside

                                                    La Villa nel borgo di Cedri

                                    Più in basso nella vallata ruderi di antiche case coloniche


                                                                    Il Torrente Roglio


                                         Il sentiero in fondo alla valle entra in un bosco

              si dirige e passa accanto alla Leopoldina attraversando splendide piagge e calanchi

Cosa sono le Leopoldine.
Sono abitazioni rurali volute dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena.
Per la costruzione della Leopoldina si dovevano rispettare alcune semplici regole:
- la Leopoldina, che era essenzialemente il podere del mezzadro, doveva essere in grado di assolvere a tutte le esigenze dei campi e quindi avere una stalla, depositi per i mezzi agricoli e dispensa per i cibi
- la Leopoldina doveva essere esposta a tramontana per garantire la salubrità della casa (questa cosa non l'ho capita!)
- la Leopoldina doveva essere vicina ad acqua buona ed abbondante nell'intero anno
Lo spessore dei muri non doveva essere minore a quello della misura di un braccio fiorentino ovvero 58,60 cm.
Uno muro di quello spessore garantiva alla casa una difesa dal freddo e dal caldo.
Ma un muro di oltre mezzo metro garantiva anche che la struttura venisse nello stesso tempo robusta e stabile.
Le pareti divisorie interne erano intonacate e il colore bianco era predominante sia nella tinteggiatura esterna e sia in quella degli interni.
Tipicamente al piano terra c'era la stalla con gli annessi agricoli, mentre al piano primo c'erano le camere da letto (almemo cinque o sei) e la grande cucina con la dispensa.
Al piano secondo si trovava la piccionaia.
Infine il tetto. Come una casa non deve avere i piedi di argilla, similmente il tetto era essenziale.
Un tetto fatto male porta infiltrazioni d'acqua in casa ed in poco tempo tutta la Leopoldina ne avrebbe risentito.

Una buona Leopoldina doveva avere il tetto realizzato con buoni legnami per travature con la copertura eseguita con tegoli e coppi. 

                                                                    In vista di Iano


                                                                       Il borgo di Iano